La Chiesa di San Pietro di Trarivi di Montescudo si affaccia sulla dolcezza del panorama come una cicatrice che nonostante lo sfregio ricevuto riesce a trasmettere un senso di bellezza mistica e di dolcezza. Questo complesso merita davvero una sosta, anche solo di pochi minuti. La storia di queste rovine, intenzionalmente conservate come tali, comincia molto lontano nel passato, quando sui resti di un antico tempio pagano, del quale restano sotterrate le fondamenta semicircolari, fu edificata la Chiesa di San Pietro Inter Rivos, che diventò poi abbazia benedettina, nel IX secolo. La chiesa venne poi pesantemente rimaneggiata nel 1775, quando venne trasformata in chiesa rinascimentale-barocca; destino comune di tanti luoghi di culti in quegli anni. La storia di San Pietro di Trarivi si ferma nel  settembre 1944, con il passaggio della Linea Gotica; il passaggio bellico distrusse quasi totalmente l’edificato settecentesco, ma le macerie è stata ritrovata, quasi intatta, la solida muratura medievale composta da ciottoli, mattoni, da pietre da taglio alle porte e agli angoli. Il visitatore si trova al cospetto con un altare suggestivo realizzato con due pietre particolari, scelte dal cumulo delle macerie, e sovrastato da un crocifisso ricavato da due travi del tetto crollato. L’essenzialità e la durezza sono un monito chiaro, un memento alla vita e alla morte, un invito alla fratellanza dei popoli a cui è dedicata la chiesa, ribattezzata Chiesa della Pace. Dopo il restauro, negli spazi interni, è stato realizzato il Museo Storico della Linea Gotica Orientale, dove sono custodite una nutrita collezione di reperti bellici e tantissime fotografie scattate perlopiù dai soldati-fotografi inglesi sui campi di battaglia durante le quattro settimane di aspri combattimenti per la conquista di Rimini.

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