Piazza Cavour è il cuore della Rimini odierna, qui passato e presente si incrociano con viandanti e mercanti. Arrivati in questa piazza che regala un magnifico colpo d’occhio, sarete piacevolmente sorpresi di scoprire la Rimini più vivace e lontana dagli stereotipi, che oscilla tra incombenze quotidiane, alta cultura e piacevole relax. A pochi passi dall’antico foro di Piazza Tre Martiri, Piazza Cavour era il centro nevralgico già durante il medioevo e di questo periodo conserva alcuni dei meravigliosi palazzi che la circondano, come il Palzzo dell’Arengo, antica sede dove si riuniva l’Assemblea del Comune, eretto tra 1204 e il 1207 con le sue grandi polifore già gotiche e coronato da merli ghibellini; il Palazzo del Podestà, costruzione trecentesca ad estensione delle funzioni comunali, dove, sull’arco della fiancata, sono ancora visibili i bassorilievi dei gigli angioini e della scacchiera dei Malatesta. Il comune attuale invece, ha sede all’interno di Palazzo Garampi, edificato dall’architetto Luigi Carducci alla fine del ‘500 fu ricostruito alla fine del ‘600 per via di un terremoto che lo distrusse. (1562) su disegno di Serlio. Crollato a seguito di un terremoto nel 1672, fu ricostruito nel 1687 da Francesco Garampi da cui ha preso il nome. Semidistrutto dalla guerra del 1944 é stato ricomposto allo stato originale.  In direzione di Castel Sismondo, troviamo invece la monumentale facciata neoclassica del Teatro Amintore Galli. Nato come Teatro Vittorio Emanuele II fra il 1843 e il 1856 su progetto dell’architetto Luigi Poletti, fu inaugurato con l’Aroldo di Giuseppe Verdi nel 1857. Rivoltandosi verso il centro della piazza, lo sguardo cade inevitabilmente sulla bellissima Fontana della Pigna, di impianto poligonale che con i suoi 15 getti d’acqua aveva affascinato anche Leonardo da Vinci, durante una sua visita nel 1502. Costruita nel XV secolo da Giovanni da Carrara con materiali provenienti da altri edifici, con al centro una Pigna (da cui il nome) collocato sul tamburo di epoca romana. Restaurata nel 1545 al posto della Pigna venne messa una statua di S. Paolo in marmo, che fu poi rimossa nel 1809. Questa fontana sorge a pochi metri dalla Pescheria di Rimini, uno degli angoli più particolari della città proprio di fronte al Palazzo dell’Arengo. Sotto questo porticato di grandissimo fascino fu edificato secondo il progetto dell’architetto riminese Buonamici nel 1747 e tutt’oggi vi si trovano ancora i banconi di pietra su cui veniva allestito il pesce fresco, le fontane con statuette di delfini ai quattro angoli, il grande orologio… ci si aspetta che il mattino dopo, all’alba, arrivino nuovamente i pescatori. Tra i vicoli che circondano la Pescheria si trovano numerosi piccoli locali alla moda che all’ora dell’aperitivo riempiono nuovamente questi spazi di un vocio allegro e vivace, tipo l’Osteria della Piazzetta (Vicolo della Piazzetta, 5, tel. 0541 783986) dove dopo l’aperitivo potete continuare con una deliziosa e romantica cenetta, o alla Cantina Bisca (Vicolo Pescheria, 15) per un ottimo vino o, subito affianco, un aperitivo al Pura Vida. Sempre nella piazzetta, al civico 24 si trova la casa dove ha studiato Giovanni Pascoli. Tornando su Piazza Cavour troviamo ad attenderci la statua benedicente di papa Paolo V, eretta nel 1614 come atto di deferenza della città verso lo Stato Pontificio. Con la sua benedizione, o anche senza, per fissare l’immagine di Piazza Cavour di Rimini in un ricordo indelebile, vi suggeriamo di fare una sosta all’Enoteca Spazi (P.za Cavour, 5; tel. 0541 23439): il locale stesso esprime la solidità di una dedizione curata al vino e non solo. Da consigliare anche a pranzo; forse non troverete i piatti della tradizione romagnola, ma troverete piatti ricercati con ingredienti freschissimi e di stagione con un prezzo molto onesto; per un buon vino non avrete che l’imbarazzo della scelta. Se invece preferite un’atmosfera più felliniana, allora vi suggeriamo l’aperitivo, magari verso settembre, o addirittura ottobre, quando la luce del tramonto è più radente e dorata e l’aria più frizzante cominciano a profumare della malinconia lieve dell’autunno. Se passate d’inverno, invece, be’… la cioccolata in tazza come la fanno qui rasenta la leggenda.

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