Il Museo di Saludecio e del beato Amato di Saludecio è un museo piccolo, ma ricco e ben organizzato, che raccoglie oggetti e immagini arte sacra, nato grazie alla collaborazione tra la parrocchia di San Biagio e il comune di Saludecio. Disposto su due sale, si trova nel torrione medievale annesso alla Chiesa di San Biagio, proprio sulla piazza principale di Saludecio, la cui cripta e la chiesa stessa sono parte integrante. Nella prima sala, denominata “sala di Saludecio”, sono collocate importanti pale d’altare provenienti dalle numerose chiese del comune di Saludecio, che furono recuperate o salvate prima della dispersione dei beni ecclesiali causata dalle confische napoleoniche. Tra i capolavori custoditi da questo piccolissimo museo, va menzionalta la tela raffigurante la Processione del SS. Sacramento, opera del 1628 di Guido Cagnacci, il più importante interprete del Seicento riminese, di cui troviamo un altra tela dello stesso anno, L’Estasi di S. Sisto, all’interno della chiesa. Il Museo di Saludecio e del beato Amato custodisce anche altre opere del primo Seicento dei pittori Claudio Ridolfi, di Girolamo Cialdieri, suo allievo, e opere di pittori minori, o meglio meno noti ma la cui produzione artistica non è meno degna di nota, come nel caso del pittore saludecese Sante Braschi, che mostra il suo tratto maturo nel piccolo quadro raffigurante S. Antonio. Suo anche la tela che, all’interno della Chiesa di San Biagio, copre l’organo sulla cantoria. In questa sala si trovano anche i disegni dell’architetto Giuseppe Achilli con il primitivo progetto della chiesa, poi modificato. La seconda sala è dedicata al Beato Amato, francescano vissuto a Saludecio del XIII secolo, fondatore di una casa per pellegrini (ora ricovero per anziani) e lui stesso pellegrino tre volte a Santiago de Compostela. Qui si trovano numerosi ex-voto di varie epoche, e le casse che hanno custodito il corpo intatto del santo in diversi momenti, oltre a numerose opere che recano scritti o incisioni relativi al beato Amato, compresa “la Positio”, cioè l’atto iniziale del processo di canonizzazione.

Pagina precedente
© 2012 Hospitality Web - info@hospitalityweb.it