La Chiesa di Santa Lucia di San Giovanni in Marignano è una delle chiese che ha dato il nome ad uno dei due borghi sviluppatisi poco fuori dalle mura del Castello di San Giovanni in Marignano nel XVI secolo; era infatti chiamata Santa Maria della Scuola, così il borgo che si sviluppò qui nei pressi si chiamò Borgho della Scuola. La Chiesa di Santa Lucia si trova poco fuori dalle antiche mura ed è stata praticamente completamente rifatta alla fine del Settecento, per l’esattezza nel 1786. Al suo interno si trovano eleganti stucchi di Antonio Trentanove, plasticatore anche della bellissima Chiesa di Sant’Agostino di Rimini, e uno straordinario organo settecentesco costruito dai Fratelli Domenico e Francesco Ricci da Verucchio nel 1785 per il monastero di Santa Chiara di Rimini e poi acquistato dalla Chiesa di Santa Lucia. Questo mirabile strumento conta ben 600 canne di stagno e legno, oltre a dei tromboncini costruiti su modello callidiano e di un tamburo ottenuto dal suono di due canne di legno battenti. L’organo subì un primo restauro nel 1897 ad opera di Luigi Giudici di Pesaro, ma non bastò a salvarlo dall’incuria dei decenni successivi, in particolare del dopoguerra. Recentemente è stato magistralmente restaurato da uno dei più importanti restauratori di organi al mondo, il signor Batthélémy Formentelli di Pordenone, tornando al suo antico splendore e recuperando appieno il suo magnifico suono. Dell’antica chiesa invece rimane solo l’affresco della Madonna con Bambino, in fondo all’abside, opera di un artista ignoto che ha realizzato l’effige tra il XVI e il XVII secolo. La sacrestia retrostante è la parte più recente, aggiunta nel 1911, su progetto del geometra Tonti di Misano. Uno dei momenti più suggestivi in questa chiese lo si vive il 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia, in cui, in occasione dell’omonima fiera, tutta la chiesa viene rischiarata dalla luce delle candele accese dai fedeli. Non lontano da qui si può trovare un altro interessante tempio, che alla sacralità dell’anima sostituisce la sacralità di odori e i sapori di queste ricche terre: al Ristorante il Granaio (Via Roimiro Fabbro 18, tel. 0541 957205) una delle specialità solo gli strozzapreti con rosole e salsiccia, davvero straordinarie. Le rosole sono ebre spontanee, simili ai radicchi di campo, tipiche di questa zona e della stagione tra l’autunno e la primavera, che non si trovano facilmente altrove. Anche in questo caso tradizione e modernità si sposano davvero in un perfetto connubio.

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