La Pieve di San Michele Arcangelo di Santarcangelo è il luogo di culto più antico della città e del territorio circostante, che testimonia attraverso la sua architettura l’importanza assunta dal porto di Rimini negli scambi con l’oriente. L’imperatore Costanzo infatti scelse la città costiera come sede per il Concilio dei vescovi d’Occidente e la Chiesa di Ravenna ebbe per molto tempo dei possedimenti tra Romagna e Marche. Sebbene non si sappia con esattezza a quando risalga la  Pieve di San Michele Arcangelo, non stupisco i richiami espressi di questa pieve ai modelli bizantini e ravennati, come si evince dalla costruzione rivestita di mattoni sottili, dal suo abside esternamente poligonale e dalle finestre centinate; il campanile è stato aggiunto più tardi, tra il XII e il XIII secolo ed è sintomatico della costante attività di questo luogo di culto. Questa pieve a navata unica, ora in mattoni a vista ma anticamente, molto probabilmente, intonacata, trasmette un profondo senso di serenità e spiritualità anche a chi non è crede. L’armonia dei suoi spazi, la sua luminosità sembrano voler lasciare spazio all’anima. Al suo interno troviamo un affresco staccato, del XV secolo, che rappresenta San Sebastiano; la mensa dell’unico altare poggia su in cippo altomedievale scolpito e alcune altre sculture dello stesso periodo. Anticamente conteneva numerosi altri capolavori, poi ceduti alla Collegiata dopo il XVIII secolo, come il bellissimo crocifisso ligneo che ora si trova alla Collegiata. La Pieve di San Michele Arcangelo sorge nel luogo pianeggiante, dove ebbe origine in epoca romana il primo nucleo di Santarcangelo. Alla domenica si può ancora assistere alla messa delle 10 del mattino.

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