Il Castello di Albereto di Montescudo si trova in una delle zone più verdi della provincia di Rimini, nei pressi del Bosco di Albereto, dove, distesa su 25 ettari, si trova una bellissima macchia boschiva, fatta in prevalenza di querce, tigli, pioppi, pini e piante rare da cui la località ha tratto il nome. Il Bosco di Albereto, che ha origini davvero antiche – la zona con il suo castello viene citata già in documenti del 962 d.C. – offre agli amanti della natura passeggiate meravigliose tra una vegetazione singolare, dove anticamente era immerso il Castello di Albereto. L’area boschiva con il passare dei secoli si è ridotta ma è rimasta, così come si è conservato il Castello, che oggi rappresenta uno degli esempi più belli dell’architettura malatestiana in queste terre. L’origine del Castello è antecendente alla signoria dei Malatesta, che ne entrarono in possesso solo nel 1233, dopo un lungo periodo sotto il governo dei signori Di Carpegna. Per la sua posizione dominante, che ancor’oggi regala scorci meravilgiosi, il Castello di Albereto fu oggetto di contesa da parte delle varie potenti casate confinanti, e tra la metà del XIII secolo e l’inizio del XIV secolo conobbe alterne vicende, per poi tornare sotto il governo dei Malatesta nel 1336. A questo periodo risalgono le imponenti fortificazioni del Castello che ancora sono visibile, grazie ad un recente restauro, ai nostri occhi. Spicca la cinta muraria a scarpa con tre torrioni circolari, che ritroviamo un po’ tutte le rocche e i castelli dei domini malatestiani da Castel Sismondo di Rimini alla Rocca di Montefiore Conca. All’interno delle mura si trova ancora anche una bella torre campanaria, non lontana dal terrazzo che si apre su un pittoresco belvedere da cui è un vero piacere rimirare i colli e le stradine che ne rigano il verde; meta ideale per il turismo su due ruote, ma non solo. Prima di ripartire, ci si può concedere una pausa romantica alla Fabbrica gastronomica Castello di Albereto (P.tta del Castello tel/fax 0541 863179), un ristorante dagli ambienti poetici e suggestivi, con una cucina molto varia che considera sapori locali e siciliani, con escursioni in terre anche più lontane che si concretizzano in piatti ricercati, presentati con un’impeccabile fantasia.

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